La Suprema Corte di Cassazione, con la ordinanza n.3060/2022, ha esaminato un particolare caso di affidamento non esclusivo con collocamento dei minori presso il padre.
Nello specifico, veniva disposto dal Tribunale il collocamento dei figli presso il padre, regolamentandosi il diritto di visita della madre, alla quale venina revocato l’assegno per il loro mantenimento. Il provvedimento era confermato dalla Corte d’Appello cui la donna si rivolgeva. Non contenta, la stessa ricorreva in Cassazione.
Ma la Cassazione la pensa allo stesso modo, confermando tutto e dichiarando il ricorso inammissibile per ragioni di rito.
Alla base di questa decisione ci sono stati degli episodi di violenza e maltrattamento subiti dalla donna da parte del suo attuale compagno, che la stessa ha denunciato.
Anche per i giudici di Piazza Cavour i bambini devono vivere in un clima sereno e costruttivo per la crescita, circondati da affetto da parte degli altri parenti (nonni e cugini). Da quanto era emerso, infatti, nella fase di merito, essi col padre avevano trascorso un periodo felice, caratterizzato da stabilità e accudimento; pertanto, la Corte d’Appello correttamente non aveva ravvisato la necessità di modificare il provvedimento, stabilendo che i figli continuassero a vivere con lui.
Vi è di più. Durante la permanenza dei figli dal padre, la relazione dei servizi sociali aveva rilevato che: i minori apparivano sereni e circondati da amore e attenzioni, sempre curati nell’aspetto e nell’igiene personale; il papà e i nonni si erano impegnati in maniera costruttiva per la loro crescita e l’educazione, i minori vivevano in prossimità della casa della zia paterna con i suoi figli ed erano in ottimi rapporti con i cuginetti; trascorrevano molto tempo con la nonna durante le assenze del padre, che da poco e aveva avviato un’attività che lo teneva lontano da casa per diverse ore.
Si attesta quindi una situazione di maggiore stabilità e serenità quando i minori si trovano in collocamento dal padre, mentre non risultano elementi che possano indurre a ripristinare la loro permanenza presso la madre.
Enrica Magri (studentessa terzo anno di Giurisprudenza) per Studio Legale Fusco
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